Scorie nucleari nella Tuscia, il "no" unanime dei candidati presidenti alla Regione
Le aree potenzialmente idonee
Sono anni, ormai, che si parla della Tuscia come la futura "terra promessa" per lo stoccaggio di scorie nucleari. Solo nel Lazio, nel 2021, era stoccato il 30% dei rifiuti radioattivi italiani. Anche per questo, al Regione Lazio ad aprile 2021 aveva bocciato la "Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee alla localizzazione del deposito di rifiuti", prodotta da SOGIN spa, la società di Stato incaricata del decommissioning degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, aveva individuato 22 siti in provincia di Viterbo. Poi, ad ottobre 2022, le zone più sicure nel Lazio per lo stoccaggio sono diventate 5, la maggior parte delle quali individuate nel viterbese, con in testa Montalto di Castro e Corchiano. Sullo sfondo, un coro di voci dai territori che vorrebbero che questo stillicidio finisse quanto prima.
L'appello
Il Biodistretto della via Amerina e delle Forre, l'associazione italiana Cultura e Sport AssoTuscania, il Biodistretto del Lago di Bolsena, il Comitato per la salvaguardia del territorio di Corchiano e della Tuscia, il Comitato per la salvaguardia del territorio di Montalto e della Tuscia Montalto Futura, Italia Nostra Sezione Etruria, il Comitato Maremma Viva, Verde Tuscia e il Biodistretto MET hanno fatto sapere, tramite un comunicato stampa, quali sono le intenzioni dei candidati che si sfideranno il 12 e 13 febbraio.
"Emerge – scrivono le associazioni – un'inequivocabile contrarietà al deposito nucleare nel viterbese. Ci interessa sottolineare due aspetti positivi di questo pronunciamento. Da una parte le argomentazioni che sono quelle che da sempre sostengono i biodistretti , i comitati e le associazioni, ovvero la irriducibile contraddizione fra il sistema Tuscia, fatto di agricoltura, di bellezze naturali, di storia, di turismo, di qualità ecologica della stessa produzione manifatturiera e un deposito di 100 mila metri cubi di scorie radioattive, un insediamento industriale che verrebbe a occupare più di 150 ettari stravolgendo completamente una vasta area".
I candidati
Nel comunicato sono state riportate le dichiarazioni dei candidati alla presidenza della regione. Per Alessio D'Amato "la possibilità che un'area come quella della Tuscia possa ospitare un sito di stoccaggio di materiale radioattivo costituisce un'eventualità del tutto impercorribile. Non esiste infatti alcuna delle condizioni necessarie alla realizzazione di un simile progetto".
Donatella Bianchi,ha voluto sottolineare le ricchezze del territorio, " da quelle ambientali a quelle paesaggistiche, da quelle infrastrutturali a quelle connesse alle vocazioni produttive della provincia, che contribuisce in maniera determinante alla nostra produzione agricola" rassicurando quindi i cittadini sul fatto "che il governo della regione da me presieduto tratterà la questione con grande fermezza esprimendo la netta contrarietà a qualsiasi sede".
Francesco Rocca ha ribadito "ancora una volta, la netta contrarietà all'ipotesi di stoccaggio nel territorio della Tuscia come già espresso più volte in passato da tutta la coalizione", confermando "che una delle priorità del prossimo governo regionale la tutela ambientale e la difesa di peculiarità uniche delle diverse province".
Le associazioni hanno voluto anche avanzare delle richieste ben precise. Vogliono "imporre a SOGIN spa, al Ministero dell'Ambiente e all'ISIN di dare pieno e incondizionato accesso a tutta la documentazione istruttoria sulla cui base è stato definito il nuovo elenco delle aree idonee e ciò prima che venga adottato il provvedimento finale". Un'azione che dovrà portare avanti il neo presidente, unitamente alla Provincia di Viterbo, chiedendo "l'accesso agli atti"
https://www.romatoday.it/politica/tuscia-deposito-nazionale-scorie-nucleari.html
Le richieste
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