La Tuscia ha vincoli non aggirabili, l’impianto stoccaggio rifiuti nucleari non può essere fatto qui

Cronaca - L'assessore regionale Valeriani all'incontro in provincia per fare il punto sulla proposta delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale - Su 67 in Italia, 22 sono nel viterbese 

Massimiliano Valeriani
Viterbo – Impianto di stoccaggio unico per i rifiuti nucleari, no di Provincia e Regione Lazio ai 22 siti individuati da Sogin nel viterbese. 


"L'Italia ha bisogno di un impianto unico di stoccaggio per i rifiuti radioattivi, ma il Lazio ha tre centrali su cinque ed è la regione che ha pagato il prezzo più alto della storia nucleare del paese. Le motivazioni per cui siamo contrari sono nero su bianco già dal marzo dello scorso anno". Lo ha ribadito Massimiliano Valeriani, assessore regionale per il ciclo dei rifiuti e impianti di trattamento, smaltimento e recupero, durante l'incontro che si è svolto questa mattina in provincia riguardo la proposta della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) a ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi.

Oltre all'assessore Valeriani erano presenti all'incontro anche il presidente della provincia di Viterbo, Alessandro Romoli, il consigliere regionale Enrico Panunzi, consiglieri provinciali, sindaci, associazioni ambientaliste e comitati. "Nella nostra provincia sono stati individuati 22 siti potenzialmente idonei a ospitare i rifiuti nucleari da smaltire – ha ricordato il presidente Romoli -. Provincia, regione, comuni e associazioni hanno fatto fronte comune per dire che la Tuscia non è idonea per rifiuti di questa natura. Il nostro è un territorio non compromesso e la realizzazione di un impianto del genere danneggerebbe un importante sistema di turismo e di salvaguardia ambientale che molti comuni del viterbese stanno da tempo portando avanti con successo".

L'incontro di oggi aveva come obiettivo quello di ribadire in maniera chiara le ragioni della ferma contrarietà di provincia, regione ed enti locali alla possibilità che venga realizzato nella Tuscia l'impianto di stoccaggio unico per i rifiuti radioattivi. Ad esporre le motivazioni del no è stato principalmente l'assessore regionale Valeriani. "Di 67 potenziali aree individuate dalla Sogin (la società preposta a individuare la zona dove realizzare l'impianto, ndr), 22 sono nella Tuscia. Noi abbiamo detto fin da subito di no, ma i nostri no vanno motivati".

Per l'assessore Valeriani sono tre i motivi principali delle contrarietà all'ipotesi avanzata dalla Sogin che i rifiuti radioattivi vengano stoccati nella Tuscia. "Il primo va affrontato ripercorrendo la storia nucleare italiana – ha affermato -. Le centrali nucleari in Italia sono state realizzate in quattro regioni: Lazio, Campania, Lombardia e Piemonte, ma con una differenza tra la nostra regione e le altre. Oltre alle centrali di Latina e di Montalto, ne è stata costruita una in Campania al confine con il Lazio ed è dunque come se ne avessimo un'altra nella nostra regione. Noi il nostro lavoro lo abbiamo già fato, non credo ci sia nessun'altra regione in italia che ha sopportato un peso così sulle spalle nella nostra storia nucleare".

La seconda motivazione di contrarietà illustrata da Valeriani riguarda invece la vicinanza con Roma. " Saremmo l'unica nazione in occidente che individua un impianto di questo tipo a pochi chilometri dalla capitale. Può sembrare marginale per chi abita a Viterbo, ma non lo è. Negli altri paesi un deposito così non si trova a poche decine di chilometri dalla capitale per ragioni di opportunità e sicurezza nazionale". Il terzo e ultimo motivo è invece legato alle specificità del territorio viterbese. "Nella Tuscia ci sono vincoli ambientali e paesaggistici che non si possono aggirare – ha continuato l'assessore regionale -. Da poco abbiamo anche approvato il piano dei rifiuti, che non prevede nel territorio un impianto di questo tipo".

Valeriani è poi tornato sulla questione dell'audizione promossa dalla Sogin alla quale la regione Lazio non ha partecipato. "Ad agosto abbiamo subìto un importante attacco hacker che ci ha resi isolati da tutto per quattro mesi – ha affermato l'assessore -. La convocazione per quell'audizione è arrivata soltanto per mail, ma nessuno l'ha mai letta perché il nostra data-entry era completamente bloccato". Valeriani ha però aggiunto che l'assenza della regione Lazio in quell'occasione nulla ha tolto al dibattito generale sul tema: "Le nostre osservazioni formali le avevamo già recapitate alla Sogin e avevamo già partecipato ad assemblee pubbliche, convegni, incontri in provincia e interviste sui giornali".

Durante il dibattito sono intervenuti anche diversi comitati che da tempo si oppongono alla proposta della Cnapi. Sono due le proposte avanzate dalle associazioni. La prima è che la regione faccia pressione sulla Sogin affinché pubblichi le risposte a tutte le osservazioni avanzate in questi mesi dalle amministrazioni regionale, provinciale e locali. La seconda, invece, è che si istituisca un tavolo tecnico al quale, oltre agli enti pubblici, possano partecipare anche comitati e associazioni. "Se necessario sono totalmente disponibile a trasformare questa modalità di confronto in un tavolo – ha risposto l'assessore Valeriani -. La regione c'è ad aggiornarci e a rivederci".

In conclusione, il presidente della provincia di Viterbo Romoli ha illustrato quello che invece sarà il prossimo passo dell'ente che preside: "La provincia nei prossimi giorni creerà una cabina di regia per facilitare gli aggiornamenti con la regione Lazio, così da avere un punto di incontro e avviare una discussione approfondita sul tema".


http://www.tusciaweb.eu/2022/02/la-tuscia-vincoli-non-aggirabili-limpianto-stoccaggio-rifiuti-nucleari-non-puo/


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