Viterbo, scorie nucleari. Vertice in Provincia contro il deposito nazionale
Conclusa la fase delle osservazioni, Sogin è pronta a individuare le aree idonee ad ospitare il deposito nazionale per le scorie nucleari. Secondo il programma prefissato, dal 15 dicembre c'erano infatti 60 giorni di tempo per la stesura definitiva dell'elenco. Il quale, se i tempi saranno rispettati, sarà dunque reso noto entro il 15 febbraio. Per fare il punto della situazione e studiare eventuali nuove iniziative per contrastare il progetto in terra di Tuscia, Provincia e Regione hanno convocato, per questa mattina alle 11, un incontro pubblico a Palazzo Gentili, aperto ai comitati e alle amministrazioni comunali. Si svolgerà sia in presenza (accesso consentito nella sala consiliare solo con green pass) che in modalità telematica tramite il link: https:// us02web. zoom.us /j/8250 1614012?pwd=ZFRHMitGSEMyWVAzMlp6ejk5ZzBBUT09.
In una nota si ricorda che la Regione ha inviato nuove osservazioni che ribadiscono la "ferma contrarietà all'individuazione dei siti idonei nella Tuscia". Da ricordare che in provincia di Viterbo si trovano ben 22 aree rispetto alle 67 complessivamente censite su tutto il territorio nazionale. Inoltre, il primato del Lazio si manifesta ancora meglio nel fatto che il 30% delle aree considerate al massimo livello di idoneità, secondo un modello di valutazione ideato da Sogin, si trovano proprio nella Tuscia. Tra i tanti elementi di criticità, le associazioni elencano il fatto che Sogin ha inserito all'interno dello stesso deposito nazionale tutte le tipologie di rifiuti radioattivi, sia quelle a bassa che quelle a media ed alta attività. Ciò viola, secondo le associazioni, le linee guida che impongono, per i rifiuti ad alta e media attività, lo stoccaggio e lo smaltimento in depositi geologici di profondità.
"Sarà l'occasione - spiegano il presidente Alessandro Romoli e l'assessore regionale Massimiliano Valeriani - per condividere le motivazioni di opposizione ai contenuti della proposta di Sogin, che, per le eccessive e sproporzionate ricadute ambientali e socio-economiche che deriverebbero dalla localizzazione del deposito nei territori viterbesi, trovano una ferma e determinata opposizione da parte delle amministrazioni. Sarà anche l'occasione per pianificare in maniera partecipata e condivisa le ulteriori azioni necessarie e opportune".
R.V.